Il tormento dell’anima

Il tormento dell’anima

L’anima si tormenta, anzi ti tormenta quando non sente ascoltate, accolte le sue richieste, le sue istanze.

Il tuo corpo è il mezzo che utilizza per assolvere al compito che si è assegnata in questa vita.

Per la verità il compito dell’anima di tutti gli esseri umani è sempre e solo quello di contribuire a migliorare il mondo, mettendo a disposizione degli esseri umani con cui viene in contatto quella meravigliosa energia universale chiamata AMORE.

Ciò che differenzia un’anima da un’altra nel portare amore nel mondo è il modo in cui viene esercitato questo compito.

E qui entra in gioco quello che viene chiamato TALENTO.

Ognuno di noi viene al mondo con dei talenti ben precisi, ma questo ormai si sa (almeno così spero), nulla di nuovo. Il problema è che crescendo anziché mantenerne la memoria animica ce ne scordiamo, deragliati come siamo su binari che non ci appartengono dall’educazione scolastica, sociale e culturale.

Spesso siamo infatti oggetto di ambizioni genitoriali, che non ci appartengono ma che facciamo nostre per compiacere, inconsciamente, coloro che si prendono cura di noi e di cui abbiamo assolutamente bisogno per sopravvivere.

Ma quando potremmo guardare alla nostra vita in modo più autonomo, ecco che non ricordiamo più i veri motivi per cui siamo venuti a incastrarci nei limiti di un corpo umano; ci adattiamo a ciò che “bisogna fare per sopravvivere”; gli usi e costumi della società nella quale abbiamo deciso di venire a compiere il nostro dovere animico ci sopraffanno e dettano le condizioni per una “normale” convivenza sociale.

A questo punto ci siamo persi: la maggioranza degli esseri umani naviga a vista, senza sapere perché si è messa a fare quel lavoro, si è sposata con “quella” persona, ci ha pure fatto dei figli, e magari la sente molto lontana dal proprio cuore. Eppure ci resta per tutta la vita, maledicendo il giorno in cui l’ha conosciuta! Quanti genitori delle generazioni passate abbiamo visto morire nell’anima prim’ancora che nel corpo per una scelta fatta più per aderire a convenzioni sociali che per amore, scelta “impossibile” da rivedere, perché la società ti “incastra” in un ruolo a cui devi aderire per forza se non hai dentro di te la capacità di dire “No, grazie, non è questo quello che voglio in questa vita per portare a termine il mio progetto animico”.

Quante persone si rassegnano (che brutta parola!) a vivere in funzione degli altri e non di se stesse…malinconicamente vedono sfumare i loro anni nella vita di coloro a cui hanno dedicato la propria, e mestamente si avviano verso dolori e sofferenze che si manifesteranno poi nel corpo…beh, è ovvio che a una certa età ci si ammali, perché il corpo smette di funzionare come da giovane…no, questa è una balla! Sì, è vero che invecchiando il nostro corpo va incontro ad un abbassamento delle sue capacità di interagire fisicamente col mondo, ma questo non vuol dire che ci si debba ammalare, anzi! E’ solo un’avvisaglia che il più è stato fatto e che si può cominciare a mettersi a riposo, anche per prepararsi al completo riposo del corpo quando l’anima deciderà di lasciarlo.

Se l’anima che abita in quel corpo è felice, perché ha potuto portare il suo contributo nel mondo per migliorarlo attraverso un’attività che abbia prodotto AMORE, allora quella felicità produrrà quegli ormoni che permettono al corpo di restare il più possibile in salute, concedendogli solo quell’inevitabile ma graduale decadimento fisico che lo porterà a lasciar andare l’anima nel suo mondo spirituale. In tal modo è possibile, anzi possibilissimo, abbandonare un corpo senza malattia, che si spegne come una candela che ha prodotto la sua luce e il suo calore fino alla fine.